Dopo la diffusione in rete, venerdì scorso, Gerico 2009 affronta la prova dell'adeguamento, da valutare anche alla luce dell'annunciata provvisorietà dei correttivi congiunturali. Si deve verificare, infatti, se il risultato del software potrà essere "convincente", ai fini dell'adeguamento, come lo è stato negli scorsi anni. Nei prossimi giorni si potranno verificare, con analisi più complete, gli effetti reali dei correttivi; per il momento, sulla base delle stesse dichiarazioni di Sose (la società degli studi di settore) si sa che i correttivi di Gerico 2009 potranno riguardare, al più, due terzi (circa il 58%) dei contribuenti interessati dagli studi.
Il correttivo per le materie prime, ad esempio, riguarda solo quattro studi su 206 e quello per i carburanti 12 (compreso lo studio di settore UG68U dei trasporti di merci su strada). Anche il correttivo per mantenere la rappresentatività riguarda solo 11 studi (compreso lo studio degli agenti e promotori finanziari), sempre su 206. Poi c'è il correttivo individuale legato alla contrazione di ricavi o compensi, ma si tratta di un correttivo che si può definire abbastanza grezzo. D'altronde – come ha precisato la stessa Sose – solo con i dati di Unico 2009 (ma anche probabilmente di Unico 2010 e 2011) si potrà verificare realmente l'impatto della crisi sui conti delle aziende e dei professionisti.
I correttivi congiunturali previsti da Gerico 2009 non possono quindi che essere considerati provvisori e destinati a essere modificati in futuro. Per questo motivo nelle prossime dichiarazioni il contribuente valuterà con maggiore attenzione rispetto al passato la convenienza dell'adeguamento.
Vediamo allora quali possono essere costi e benefici dell'adeguamento. I primi dipendono dall'impatto di Gerico sulle situazioni concrete, mentre per quel che riguarda i benefici il contribuente «congruo» non potrà risultare destinatario di altri accertamenti basati su presunzioni semplici fino al 40% dei ricavi dichiarati, con il limite di 50mila euro. Il contribuente «congruo», se «coerente», risulta anche sottratto alla disciplina dei soggetti di comodo.
La congruità rispetto a Gerico non assicura però la pax fiscale: il contribuente può sempre essere sottoposto ad accertamento analitico se, ad esempio, viene riscontrato che ha dedotto spese indeducibili o non ha emesso fatture, i cui corrispettivi costituiscono dei ricavi. Così come potrà essere sottoposto ad accertamento analitico-induttivo (tralasciando gli induttivi puri, che sono sempre ammessi) quando i ricavi omessi risultano superiori al 40% di quelli dichiarati o, comunque, a 50mila euro.
Chi invece non risulta congruo e decide di non adeguarsi potrà considerare: la possibilità di effettuare determinate segnalazioni attraverso il software; il fatto di non essere chiamato al contraddittorio (la media dei soggetti "invitati" è intorno al 10% di quelli non congrui); che se verrà chiamato, potrà in sede di contraddittorio ridurre la pretesa, anche per effetto dei correttivi congiunturali futuri, fruendo della riduzione delle sanzioni a un quarto del minimo; che la stessa Agenzia (circolari 5/E/2008 e 13/E/2009) ha ammesso che l'accertamento da studi risulta possibile solo se accompagnato da altri elementi probatori.
Occorre infine valutare, come risvolto negativo, che la possibilità di sottolineare l'insufficienza di Gerico come metodo accertativo (si vedano le ultime sentenze della Ctr Umbria, n. 15 del 26 marzo 2009, e del Lazio, n. 64/06/2008) potrà essere fatta valere solo in contenzioso, quindi con un sicuro esborso, tra iscrizione provvisoria e competenze professionali.
